Ecco dunque il materiale plexiglass (PMMA) pulito, pronto per essere lavorato di nuovo.
Viene in seguito liquefatto per essere nuovamente trasformato in lastre di vari spessori pronte ad essere lavorate.
Può essere nuovamente utilizzato esattamente come nella sua prima vita.
Con i vari ricicli successivi il materiale diventa sempre meno nobile, ma sempre riciclo è!
Per esempio, sempre per via della sua capacità di catturare e rendere la luce, triturato o macinato tipo il sale grosso, lo si ritrova:
- come additivo al cemento nei dissuasori stradali in cemento,
- nei divisori stradali di carreggiate (strisce continue),
- nei dossi rallentatori di velocità,
- nelle strisce pedonali,
dove illumina, con i fari delle auto, il riflettente di queste strisce stradali.
Oppure, ancora più avanti nelle successive fasi di ricicli, perdendo la sua trasparenza, col processo di polimerizzazione si unisce ad altre molecole e, con lo stampaggio a iniezione, diventa parte di:
- cruscotti di veicoli (ABS),
- pallet per uso di movimentazione merci,
- o qualsiasi oggetto della famiglia plastica (vedi Riferimenti storici sulla differenza tra plexiglass e plastica!).